mercoledì 7 marzo 2012

L'intellettuale collettivo radicale


pubblicato da NOTIZIE RADICALI


Nella dizione gramsciana, “intellettuale collettivo” è “un elemento di società complesso nel quale già abbia inizio il concretarsi di una volontà collettiva riconosciuta e affermatasi parzialmente nell'azione”. Il concetto di intellettuale collettivo è, per Antonio Gramsci, strettamente connesso al partito operaio e all’intellettuale organico: “…si forma un legame stretto tra grande massa, partito, gruppo dirigente, e tutto il complesso, ben articolato, si può muovere come un uomo collettivo”.
Lo stesso concetto gramsciano è stato brillantemente rievocato, sotto una nuova luce, da Pier Paolo Segneri, anche su questo giornale. Bisogna, però, non farsi fuorviare dalle elaborazioni gramsciane, che vanno superate e rinnovate, seguendo il metodo e la cultura liberali. Non è un esercizio facile e, soprattutto per chi già ne conosce il pensiero, incombe il rischio di attribuire al solo Gramsci una sorta di monopolio sulla dizione di “intellettuale collettivo”, che può essere, invece, reinterpretato in chiave liberale.
L’intellettuale collettivo dovrebbe occuparsi di una ricerca comune della verità e dovrebbe portare alla fine di una cesura netta fra intellettuale della ricerca e chi pratica e mette in atto l'azione militante, perché una politica nuova, necessariamente diversa da quella del passato, prevederà una nuova figura di intellettuale-politico-militante, come inevitabile conseguenza dell'acculturamento di un numero crescente di cittadini. Esiste, dunque, un’intelligenza collettiva, ovvero un'intelligenza distribuita ovunque e diffusa attraverso i nuovi media, mediante i quali si possono creare necessarie e interessanti sinergie, condividendo, per l'appunto, conoscenze che possono essere scambiate superando tutte le distanze linguistiche, fisiche e culturali, perché messe "in rete". I computer e internet sono mezzi in grado di aumentare non solo la cooperazione degli individui, ma anche quella delle organizzazioni collettive umane: dove c'e' umanità, c'e' intelligenza e questa può essere messa in sinergia proprio attraverso i nuovi media. La connessione è diventata un fattore preponderante: esiste, quindi, un’intelligenza non solo collettiva, ma connettiva, che attraverso la rete può diventare un moltiplicatore di intelligenze ed esiste un intellettuale collettivo nel senso di essere umani e computer connessi in un ciberspazio, collegando umani e computer in una maniera nuova, tale da portare l'intellettuale collettivo ad agire più intelligentemente rispetto a prima.
Un intellettuale collettivo liberale può certamente essere – dal mio punto di vista – un intellettuale collettivo radicale.
La capacità di confronto, di dibattito, di produzione del sapere costituiscono il nostro intellettuale collettivo, intrinsicamente collegato, in ambito radicale, alla forma-partito ovvero alla galassia radicale: un modello unico e peculiare che costituisce un elemento di originalità dei Radicali. Di fronte a un quarantacinque per cento di possibili astenuti alle prossime elezioni, i Radicali devono rappresentare un'alterità rispetto al Regime imperante, che si perpetua attraverso una “metamorfosi del male”, configurandosi in nuovi e vecchi “poli”.
Esiste tutto lo spazio per costruire qualcosa di nuovo, per mutare l'esistente, superando la pura e semplice gestione del presente e la perniciosa logica della sommatoria elettorale.
Mi pare evidente che l'intellettuale collettivo sia già presente nella galassia radicale, ma che esso necessiti, per raggiungere una forma organizzata, di una leadership carismatica, quella del demiurgo Marco Pannella, che ha recentemente dichiarato: “… dopo 50 anni di nostre lotte, noi che siamo formati come quasi tutti come ‘militonti’ sui referendum e altro, siamo in condizione forse - se viene il turno del territorio italiano di ribellarsi contro un regime – di far sì che la nostra presenza sarà la differenza rispetto a tutte le altre situazioni. Cioè è pronta l’alternativa, il contenuto di prospettiva”.
Come Radicali possiamo essere ancora una volta protagonisti, per fornire una risposta radicale e liberale alla gran massa degli astenuti, sulla scorta di quanto accadde già nelle europee del 2009, quando in condizioni assolutamente avverse, presentandosi come alternativa al Regime, arrivarono più voti della fu Rosa nel Pugno.

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